Contratto d’affitto con utenze incluse: quando conviene?

Quando si prende in affitto una casa, il proprietario può offrire un contratto con formula "tutto compreso", che include anche le utenze. L'opzione, sempre più

Quando si prende in affitto una casa, può capitare che il proprietario offra un contratto d’affitto con utenze incluse. La formula “tutto compreso”, sempre più popolare, presenta vantaggi e svantaggi da valutare con attenzione, soprattutto in base alla durata della locazione.

Cosa comporta la formula “tutto compreso”?

Scegliere un contratto di affitto con utenze incluse in un unico pagamento mensile, significa eliminare la preoccupazione di gestire bollette separate. Il locatario non dovrà più occuparsi di pagare diverse fatture per acqua, gas, luce o internet, poiché queste verranno accorpate al canone d’affitto. Inoltre, solitamente sono inclusi anche costi come spese condominiali e tasse sulla casa (come IMU, TASI e TARI).

Questo tipo di contratto, pur semplificando molto la gestione economica, non sempre è la scelta migliore. Se da un lato permette di evitare spiacevoli sorprese e dilazioni di pagamento, dall’altro può comportare una scarsa trasparenza sui propri consumi, con il rischio di pagare di più del necessario.

Quando conviene l’affitto con utenze incluse?

La convenienza di un affitto con utenze incluse varia in base alla durata del contratto.

Per chi cerca una soluzione temporanea o di breve termine, pagare un unico canone risulta spesso comodo e pratico. Non sarà necessario attivare o disattivare contratti per i vari servizi, né preoccuparsi di costi variabili o di adeguamenti.

Tuttavia, per un affitto a lungo termine, potrebbe essere più saggio separare le utenze dal canone, gestendole direttamente. In questo modo, l’inquilino può monitorare i propri consumi e potenzialmente risparmiare, soprattutto se si adotta un comportamento attento all’uso delle risorse. La legge, infatti, permette una certa flessibilità: proprietario e inquilino possono accordarsi liberamente su chi deve pagare le bollette.

I rischi della formula “tutto compreso”

Non avere controllo diretto sulle bollette può comportare qualche inconveniente. Ad esempio, le tariffe potrebbero essere più alte se il contratto delle utenze è intestato al proprietario come “non residente”. Questo comporterebbe per l’inquilino il pagamento di costi fissi maggiori.

Un altro problema potrebbe verificarsi se il proprietario non è puntuale con i pagamenti delle bollette. L’inquilino rischia di trovarsi senza luce o gas, o con una potenza ridotta, pur avendo pagato regolarmente l’affitto. Riattivare le utenze in questo caso potrebbe essere un processo complesso, poiché le morosità sono legate al contatore e non alla persona.

Manutenzione: chi paga cosa?

Anche con il contratto di affitto con utenze incluse, le regole generali sulla manutenzione non cambiano. Solitamente, le spese di manutenzione ordinaria (piccole riparazioni, interventi di routine) sono a carico dell’inquilino, mentre quelle straordinarie spettano al proprietario.

È importante chiarire in anticipo cosa sia incluso nel canone per evitare sorprese durante il contratto.

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Attivare le utenze senza un contratto d’affitto

Se non si opta per il “tutto compreso” e si preferisce gestire le utenze separatamente, l’attivazione può avvenire anche senza un contratto di affitto intestato.

È però essenziale discutere di questo aspetto con il proprietario già al momento della firma del contratto, per evitare possibili problemi in seguito.

In conclusione

Il contratto di affitto con utenze incluse può essere una soluzione pratica, soprattutto per chi cerca flessibilità e comodità a breve termine. Tuttavia, per affitti a lungo termine o per chi desidera avere un controllo più preciso sulle proprie spese, separare il pagamento delle bollette dal canone potrebbe risultare più vantaggioso.

La scelta migliore dipende dalle esigenze personali e dalla durata dell’affitto, ma una discussione aperta con il proprietario è fondamentale per evitare malintesi e assicurarsi una gestione economica ottimale.

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